Nei giorni scorsi il Governo ha adottato il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) che rappresenta lo strumento fondamentale per accedere ai fondi europei del piano “Next Generation EU” o “Recovery Plan”.
Il Piano consentirà, nei prossimi anni, di accedere alla somma di 248 miliardi di Euro di fondi provenienti dall’Unione Europea e rappresenta un’occasione unica per l’Italia per mitigare gli effetti negativi della pandemia e rilanciare il nostro paese.
Tra le riforme indicate come prioritarie nel PNRR vi è quella della giustizia, essendoci nel Governo la consapevolezza che la lentezza della giustizia “mina la competitività delle imprese e la propensione a investire nel Paese”.
Ma quali sono i contenuti della riforma della giustizia previsti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza?
Il problema dei tempi
La durata dei processi, come è noto, rappresenta il problema principale ed incide negativamente sulla percezione e sulla qualità della giustizia.
Per questo l’obiettivo principale del PNRR è la riduzione del tempo del giudizio. E’ stato infatti stimato che una riduzione della durata dei procedimenti civili del 50 per cento possa accrescere la dimensione media delle imprese manifatturiere italiane di circa il 10 per cento. Allo stesso modo, si stima che una riduzione da 9 a 5 anni dei tempi di definizione delle procedure fallimentari possa genere un incremento di produttività dell’economia italiana dell’1,6 per cento. Questi dati evidenziano sempre di più la stretta compenetrazione che esiste tra giustizia ed economia.
Interventi sull’organizzazione
Il PNRR affronta, anzitutto, il tema della riorganizzazione della macchina giudiziaria ed amministrativa, partendo dal rafforzamento del c.d. Ufficio del processo, che affianca al giudice un team di personale qualificato di supporto nelle attività preparatorie. L’obiettivo è quello di offrire un ausilio alla giurisdizione in modo da poter determinare un rapido miglioramento della performance degli uffici giudiziari.
L’obiettivo del PNRR sarà realizzato attraverso il potenziamento dello staff del magistrato con soggetti in grado di svolgere tutte le attività collaterali: ricerca, studio, monitoraggio, gestione del ruolo, preparazione di bozze di provvedimenti.
Il processo civile
La riforma del processo civile nel PNRR è affidata a tre diverse diramazioni: il rafforzamento degli strumenti alternativi di risoluzione delle controversie (ADR); il miglioramento del processo in senso stretto e gli interventi sul processo esecutivo.
Sul primo punto (ADR) il Piano si pone l’obiettivo di sostenere la diffusione degli strumenti alternativi al processo per la risoluzione delle controversie. Ci si pone, pertanto, l’obiettivo di rafforzare l’arbitrato, estendere la negoziazione assistita e ampliare la mediazione.
Per quanto riguarda il processo civile, gli obiettivi del PNRR sono quelli di concentrare la fase preparatoria ed introduttiva, sopprimere le udienze superflue e ridefinire la fase decisoria.
Le modalità di attuazione sono quelle di una più efficace gestione della fase istruttoria e con una particolare attenzione alla digitalizzazione del processo.
Infine, nel settore dell’esecuzione forzata, l’obiettivo principale è quello di definire una serie di interventi che consentano di semplificare le forme ed i tempi del processo esecutivo. Il piano punta a rafforzare la tutela del creditore mediante l’alleggerimento delle forme e la semplificazione dei modelli, nonché l’accelerazione dei tempi.
La riforma della giustizia tributaria
Per quanto riguarda la giustizia tributaria l’obiettivo principale del PNRR è quello di ridurre il numero dei ricorsi in Cassazione e farli decidere più velocemente.
Sul tema è stata recentemente istituita dal Ministero dell’Economia e delle Finanze una commissione che sta già lavorando ad una ridefinizione complessiva della Giustizia Tributaria.
Il processo penale
Anche i tempi della giustizia penale necessitano di un’accelerazione, atteso che i tempi del procedimento penale in Italia sono di molto superiori alla media europea.
L’obiettivo del PNRR è pertanto quello di rendere più efficiente il processo penale ed accelerare i tempi di definizione.
La modalità di attuazione prevede un ampio ventaglio di strumenti e misure: dall’implementazione del processo penale telematico.
Per garantire al dibattimento in primo grado una maggiore scorrevolezza vengono previste alcune misure anche organizzative, tra cui:
- la previsione di adempimenti concernenti la calendarizzazione delle udienze dedicate all’istruzione dibattimentale e alla discussione finale e la reintroduzione della relazione illustrativa delle parti sulla richiesta di prove;
- la definizione di un termine congruo, precedente all’udienza, per il deposito degli elaborati dei periti e dei consulenti tecnici;
- la semplificazione di alcune regole della istruzione dibattimentale, in particolare in tema di rinuncia alla prova;
Sono inoltre definiti interventi testi a garantire una riduzione dei procedimenti attraverso intervenuti sulla procedibilità dei reati e sull’estinzione degli stessi.
Ordinamento giudiziario
Infine, accanto alle misure propriamente processuali, nel PNRR sono previsti interventi di riforma dell’Ordinamento giudiziario.
Per questo motivo, è stato approntato un disegno di legge (attualmente all’esame della competente commissione parlamentare – Atto Camera n. 2681), di ampia riforma dell’ordinamento giudiziario, che non è diretto ad esplicare i suoi effetti solo sul profilo ordinamentale dell’organizzazione della magistratura, ma anche a produrre conseguenze dirette sull’efficienza dell’amministrazione della giustizia